La Grande Comodità del Volo Intercontinentale

Dopo aver passato una lunga dura settimana a lavorare abbestia nella ridente Chicago, io e un molto nutrito gruppo di professionisti italiani ci ritroviamo all’aeroporto, tutti in attesa di imbarcarci sullo stesso volo.

Io e i miei colleghi, tra l’altro, abbiamo tristemente scoperto che in caso di prenotazione per un ‘volo collettivo’ non si può fare il check-in on line, e quindi pur di non trovarci relegati nei sedili di mezzo delle file da cinque per centordici ore siamo arrivati in aeroporto alle 17, anche se il volo parte alle 20.40.

Mentre ce ne stiamo lì pigramente spiaggiati al gate e tutto sembra procedere come si conviene, la nostra attenzione viene attratta da un improvviso moto di eccitazione presso le vetrate che danno sull’esterno. Il motivo di tanto entusiasmo è che un aereo, il NOSTRO aereo, viene lentamente trascinato verso il finger da una motrice, mentre un camion dei pompieri cura che il simpatico corteo non prenda fuoco.

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Con la consueta sollecitudine (circa 1 informazione ogni ora) ci viene in seguito comunicato che:

– l’aereo non sterza
– quindi deve avere in guasto idraulico
– però il motore 1 funziona
– però anche il motore 2 funziona
– e quindi forse si può volare
– però lo devono decidere da Roma perché Ponzio Pilato era nato a Chicago
– e comunque si può volare, ce lo dicono da Roma eh, ma la crew se n’è andata a dormire e ci verrà mezz’ora prima che torni
– e ovviamente la crew si presenta con tutto comodo dopo un’ora e tre quarti, alle due passate.

Per la verità che la faccenda sia drammatica ci è chiaro già da parecchio tempo, ossia da quando Alitalia ci ha offerto la cena. Cioè, seriamente, quando mai ti regalano qualcosa se non per evitare una denuncia per sequestro di  persone e trattamento disumano?

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Comunque alle tre siamo tutti imbarcati su un aeromobile dell’anteguerra, senza spazio per le gambe, senza schermetti per i filmetti e che forse non sterza, ma che finalmente ci porterà a casa.

Bon voyage.

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