Suppongo che mi si noti, con il trench color geranio e le scarpe dorate; perciò lui, magro, nervoso, i jeans troppo larghi, sale sulla metropolitana e subito si dirige verso di me, che sto leggendo il giornale.
Mi osserva per mezzo minuto, poi punta il dito sulla foto di un mostro in fondo alla pagina. “Che brutto, dice, che cos’è, uno zombi? È proprio brutto, eh? Mamma mia che brutto!”
Parliamo un po’ del mostro, ridiamo, si quieta.
Altro mezzo minuto e punta di nuovo il dito, questa volta sul titolo riguardante l’affaire tra due personaggi del mondo del gossip.
“Che schifo! Non le fa schifo?”.
È talmente impegnato a indicare i titoli che stacca le mani dai sostegni e alla prima frenata mi ruzzola addosso.
Io sono arrivata, scendo. Quante persone sole si incontrano, a Milano.