Qui giace l’ultimo patetico frammento della mia già scarsa privacy, ucciso da bitstrips e dalla spensierata sconsideratezza dell’utente medio dell’internezzz.
Una specie di follia collettiva ha contagiato quasi tutti i miei amici, che si sono messi a rappresentare se stessi in questi fumettini e a impestare coi fumettini medesimi le timeline proprie e altrui – e fin qui, niente di male.
Solo che un giorno nel fumettino di una mia amica sono comparsa anche io: col mio nome e cognome (quelli veri), aspetto e abbigliamento simili ai miei. A questo punto ero ancora tranquilla, poteva essere una comparsata e morta lì.
Invece nei giorni successivi quella tipa disegnata col mio nome e cognome ha cominciato a comparire nei fumetti di diversi altri amici, ciascuno dei quali mi faceva vestire come piace a lui, mi faceva dire quel che voleva lui, mi metteva in situazioni che piacciono a lui, e così via. Il tutto senza che io avessi mai anche solo aperto per curiosità l’app che fa i fumettini, e soprattutto senza che MAI avessi dato il permesso ad essere usata come burattino nelle storie degli altri.
La cosa ha cominciato a darmi parecchio fastidio, fastidio che si è trasformato in carogna quando mi sono trovata in un fumetto a dire stupidaggini che la vera me mai e poi mai si permetterebbe. A questo punto ho chiesto gentilmente a chi aveva creato il mio pupazzetto di eliminarlo, e qui è cominciata la parte più divertente: NON SI PUÒ.
Visto che a quel punto io ero piuttosto alterata, e l’amica che aveva creato il mio pupazzetto mortificata, diversi utenti di bitstrips amici miei hanno scritto ai fumettari medesimi chiedendo come fare per uccidere il mio stupido avatar: tutti hanno ricevuto lo stesso messaggio preconfezionato, che non rispondeva affatto alla loro domanda.
Si è scoperto che in teoria quando tizio A vuole creare il fumettino di tizio B, tizio B dovrebbe ricevere una richiesta di autorizzazione, ma né io né un’altra amica alla quale stava capitando la stessa mia sorte abbiamo mai ricevuto nemmeno un avviso, figuriamoci una richiesta di autorizzazione.
Si è scoperto che quando persone molto serie, coscienziose, colte, per bene e adulte leggono il messaggio “per continuare devi dare a bitstrips il permesso di prendersi tutte le info dei tuoi amici dalla tua rubrica” gioiosamente rispondono di sì, perché loro vogliono giocare e il giochino gli pare un compenso ragionevole per i dati privati di tutti i loro contatti.
Morale della favola:
– chiunque può dare il mio nome e le mie fattezze alle proprie smanie di fare il buffone o di dire e rappresentare delle schifezze, e io non mi posso opporre;
– chiunque, ad esempio, può mettermi accanto al fumettino di un mio amico gay e farmi dire “frocio di merda”, e io non mi posso opporre;
– mentre la mia bacheca di facebook è protetta da un ragionevole livello di riservatezza, quelle di molti miei contatti sono pubbliche, e loro ci possono pubblicare fumetti in cui una con la mia faccia, il mo nome e il mio cognome dice cose che io non condivido, e io non mi posso opporre;
– quando quei fumettini del cazzo vengono diffusi qua e là probabilmente molti pensano, visto che io sono la protagonista, che li abbia fatti e autorizzati io, che invece il più delle volte non li ho nemmeno visti – e io non mi posso opporre.
Sono veramente incazzata. È andata a finire che il mio pupazzetto, non potendo essere eliminato, è stato reso irriconoscibile da chi lo aveva disegnato (“adesso sei una specie di Balotelli”, pensa che fortuna), e io ho postato ovunque un fermo invito a non ficcarmi più in quei fumetti del cavolo.
Spero che prima o poi (più prima che poi, please) qualcuno esperto in materia di leggi sulla privacy faccia porre fine a questa porcata; until then, se il mio fumetto vi offende sappiate che NON SONO IO.