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E un fulgido avvenir dietro le spalle

“Dovresti scrivere, sai? Sei brava”

“Ah ma io scrivo, scrivo sempre: un sacco di liste della spesa”

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Nuovo davvero

Per me l’anno nuovo comincia da domani, e questa volta sarà nuovo davvero; nuovo dal punto di vista lavorativo, ma visto che il lavoro, in termini di tempo ed energia, occupa tre quarti della mia vita, non è esagerato generalizzare.

Domani rientro in un’azienda che ha licenziato (anche se ufficialmente si chiama esodo volontario) un quarto della forza lavoro, non perché fosse in crisi ma perché non aveva raggiunto gli obiettivi di profitto prefissati – il che ci ha improvvisamente trasformati da risorse a costi.

Da domani saremo molti di meno, riorganizzati non so bene come, e dovremo rimboccarci le maniche per far comunque funzionare tutto. Cambieranno la mappa delle interazioni, il chi-fa-cosa, e mi troverò a vagolare dispersa e con un punto interrogativo in cima alla testa anche se lavoro lì da una vita.

Tutto questo mi priva anche del mio capo, uno dei pochi che avessero a cuore sul serio la crescita, professionale e non solo, delle persone; uno dei pochissimi con cui fosse naturale aprirsi con franchezza nei momenti cupi, sapendo di ottenerne buoni consigli (e nessuna rappresaglia).

“Non ti avvilire, sai, per il lavoro”, mi ha detto quando ci siamo salutati prima di Natale. Che è una cosa molto sensata da dire, se si tenta di ricordare alla qui presente cretina che la vita è altrove; ma, come premettevo, di altrove ce n’è poco.

Che ce ne sia così poco naturalmente non va per niente bene. Per giunta quest’anno di lavoro da fare per ciascuno dei superstiti ce ne sarà di più, in termini puramente quantitativi, con la sovrattassa della fatica richiesta dall’adattamento alla nuova situazione.

Io ricomincio con la mente aperta e la voglia di scoprire il buono che ci sarà nelle cose nuove, di imparare e di vedere come me la cavo. Ma anche con la consapevolezza che dovrò tener duro per difendere la mia vita altrove – e anzi, visto che si ricomincia da capo, io adesso ne voglio di più.

E ricomincio anche sapendo che, se non mi riuscirà di far funzionare  bene le cose, i cambiamenti dovranno essere molto più profondi. Me lo merito, e me lo devo.

Futuro

Il futuro non esiste.

Abbiamo solo un presente, nel mio caso anche piuttosto sgangherato, e di doman, notoriamente, non c’è certezza.

Personalmente poi non mi limito ad avere l’ovvia consapevolezza teorica di una morte che in genere si percepisce come lontanissima nel tempo, intangibile e irreale, avendo avuto con la faccenda un incontro ravvicinato, tutta pratica e niente teoria.

E tuttavia io, questa mattina, avendo visto dopo tanto tempo un raggio di sole che entrava dalla finestra, sono andata di corsa a comprarmi un grosso zaino, per un futuro lungo trekking in una futura calda estate.

Già mi sogno il cielo blu cobalto, l’aria fresca, il pietrisco sul sentiero, i fischi delle marmotte, le notti sotto le stelle davanti al rifugio.

E se non passo la notte, pazienza, seppellitemi nello zaino.

Il senso della vita

The true meaning of life is to plant trees, under whose shade you do not expect to sit.

Nelson Henderson

Petizione

Cara Infinita Bontà dell'Universo,

Ti scrivo questa petizione per richierti formalmente l'invio (per esempio tramite vincita al superenalotto, ma vedi tu) di SEI MILIONI DI EURO.

Il motivo della mia richiesta è che, secondo me, ciascuno dovrebbe fare ciò che meglio gli riesce, ciò per cui è portato, ciò che lo rende felice.

Suppongo che tu, Infinita Bontà dell'Universo, non ci metta al mondo ricchi di talenti solo per vederceli sprecare; al contrario, immagino che ti faccia piacere vedere ciascuno di noi fiorire al pieno delle proprie possibilità e fare tutte quelle cose meravigliose a cui tu lo hai destinato.

Ormai sono grande, e l'ho capito quali sono le cose che so fare meglio:

– leggere
– camminare in montagna
– allevare gatti e tartarughe
– mangiare yogurt, frutta e molti dolci
– andare a concerti
– comperare scarpe
– socializzare al computer
– bere aperitivi
– imparare le lingue
– guardare partite di hockey su ghiaccio
– studiare filosofia

Più o meno in quest'ordine.
Il problema, cara Infinita Bontà dell'Universo, è che io tutte queste cose non le sto facendo, perchè mi tocca lavorare.
In sintesi, per poter esprimere i miei talenti e fare tutte quelle cose belle a cui tu mi hai destinata, ho bisogno di potermi comperare due cose:

1) il TEMPO, perchè un paio di quarti d'ora al giorno in mezzo al casino della metropolitana non bastano a leggere Proust (no, dico, ma ti rendi conto? IO NON HO LETTO PROUST!!!)

2) una casa un po' più grande, senza esagerazioni, solo perchè in quella che ho adesso la tartaruga sta scomoda e gatti libri scarpe computer non ci stanno più.

Avendo fatto un calcolo leggermente arrotondato – perchè con l'inflazione non si sa mai, e perchè sono fifona e se non sarò assolutamente certa di potermelo permettere non lascerò mai il lavoro – ho calcolato che mi servono esattamente tre milioni di euro. Il calcolo tiene conto del fatto che, nella tua infinita bontà, tu abbia previsto per me una vita sana e molto lunga, quindi circa 120 anni.

La richiesta è di sei milioni perchè tanto, già che ci sei, potrebbe farti piacere che io rendessi in grado di esprimere meglio i propri talenti anche altre persone. Per esempio, se mio fratello non avesse un mutuo da pagare gli riuscirebbero meglio un sacco di cose. E così tanti miei amici. Insomma, vedi tu, diciamo che da tre a sei milioni va tutto bene, di più non serve perchè non ho così tante persone da sistemare – ma nel caso, lo prenderei come un segno e le andrei a cercare. Il mondo è grande.

Ora sono certa che moltissimissime persone vorranno firmare questa mia petizione: considerala già firmata da tutti i miei famigliari vicini e lontani, da tutti i miei amici presenti passati e futuri, da tutti i venditori di libri, da tutti gli allevatori di gatti, da tutti i venditori di case, da tutti i produttori di computer, da tutti i rocchettari e dai loro impresari, da tutti i costruttori di giganteschi acquari per tartarughe ipertrofiche, da tutti i produttori di mangimi per gatti e tartarughe, da tutti gli scrittori, da tutti i giocatori di hockey, da tutti i tifosi e gli uligani, da tutti gli editori, da tutti i gestori di rifugi, da tutti i produttori di scarpe da montagna e da città, da tutti gli affittatori di case in montagna, dalle ferrovie e dalle compagnie di autobus, dai professori di filosofia e di lingue, dai veterinari, dai contadini, dagli allevatori, dai pasticcieri, dai venditori di alimentari, da tutti gli indotti di tutte queste meravigliose professioni, da tutti i fabbricanti di mobili e arredatori di interni e imbianchini e muratori e idraulici, da venditori di connessioni telefoniche e wifi, da barmen e proprietari e gestori di locali e anche dai cuochi, eccetera eccetera eccetera.

Grazie, io aspetto.
Con affetto e gratitudine,
Cru.

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A volte ritornano

Ci sono "cose" (luoghi, persone, fatti, oggetti, animali, gusti, colori……) che hanno fatto parte del nostro passato.

Lo hanno riempito, lo hanno colorato, gli hanno dato significato, ci hanno fatto ridere, piangere, sognare, soffrire.
Hanno fatto di noi ciò che siamo, hanno indirizzato le nostre scelte, ci hanno fatto prendere la strada su cui ancora stiamo viaggiando.
Sono state…. e non sono più. 
Stanno lì tra gli altri ricordi, ben riposte e ripiegate, e col tempo anche quelle meno gradevoli hanno smesso di fare male, e le abbiamo accolte come parte essenziale di noi…
Ma se ritornano?
Se si ripropongono, in tutta la loro reale durezza, senza più la patina dolce del ricordo lontano, se tornano indietro come peperoni mal cucinati… panico.
Che fare, che farne ora?

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Imagine….. one year from now

Come sarà la mia vita, tra un anno?

Naturalmente non ne ho idea, anche perché una volta ho provato l'ebbrezza di sfasciarmi la testa in un incidente (si capisce da come scrivo, lo so) e dunque sono acutamente consapevole del fatto che, tanto per cominciare, bisogna passare la notte….
Però recentemente sono stata invitata ad immaginare con gran dovizia di particolari come sarebbe la mia vita tra un anno esatto, se fosse esattamente come io la desidero, dal punto di vista mentale – fisico – finanziario – lavorativo – sociale – intimo – famigliare – chipiùnehapiùnemetta.
E improvvisamente ho scoperto un sacco di cose. La più sconvolgente: che a tutto questo non avevo mai pensato; che nella vita io in fondo mi muovo come un gattino cieco, faccio quel che va fatto, cerco di stare bene e di far stare bene gli altri, ma non ho una idea chiara di che cosa voglio e di come prendermelo.
E poi, il fatto che nel mio delirio di perfezione alcuni aspetti della mia vita rimarrebbero esattamente uguali a come sono ora; che altri sarebbero completamente diversi; e che altri ancora, parbleu, non riesco nemmeno ad immaginarmeli.
L'esercizio si chiamava Pathfinder, e sì, decisamente voglio provare a trovare la mia strada. E c'è davvero molto da fare, con allegria e amore e pazienza, per andare dalla parte giusta, alla ricerca di casa.
PS non pertinente: come fotografa valgo un cent bucato, ma questa mi piace un sacco 🙂

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