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Le cose belle

Lungi da me infilarmi nel tunnel dei #100HappyDays, ché del resto già averne uno è una cosa preziosa, però oggi:

  • Mi sono svegliata in montagna con la spalla ragionevolmente in ordine dopo una giornata di visite e scrocchiamenti, e ho fatto una meravigliosa colazione con pane e burro salato e tanto caffè.
  • Invece di dover cambiare 3 treni trascinandomi dietro la valigia ho ricevuto un comodo passaggio e sono arrivata a casa molto prima del previsto.
  • E quindi ho potuto passare il pomeriggio con una persona adorabile che avevo tanta voglia di rivedere.
  • Sono andata al Castello a guardare le rondinone plasticone colorate e quella bella vasca d’acqua che per motivi incomprensibili nessuno nota mai. E i gattoni nel fossato.
  • Ho scoperto che esiste lo sparapringles e mi sono lasciata offrire patatine piccanti calde in mezzo alla strada
  • Ho seminato gocce di gelato sciolto per tutta piazza del Duomo, come nei momenti migliori della mia infanzia
  • Ho comunque avuto il tempo ti tornare a casa per fare tutti i preparativi per la festa di domani, e per commuovermi pensando agli sposi ❤
  • E adesso mi godo il fresco, dopo il temporale.

Ogni tanto ci sono giornate così. Buonanotte.

ATM mia cara

All’ATM va dato il merito di non avere mezze misure: o ti fa piangere, o ti fa pelare dal ridere.

Oggi in una stazione della metropolitana:

“PLIN PLON, prova, stiamo effettuando prova di diffusione sonora.
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
NO
*crack*

Amori Moderni

Due ragazze in metropolitana:

“(…) e allora gli ho detto che vado a Segrate a prendermi il biglietto e poi lo rivendo, perché con lui non ci voglio proprio andare!”

“Ma perché avete litigato?”

“Eh
Perché abbiamo litigato, abbiamo litigato perché…… boh vabbe’, comunque con lui non ci vado.”

Caro Comune

Caro ComunediMilano,

io ti voglio tanto bene, soprattutto adesso che hai un sindaco simpatico (*), e apprezzo molto tutti gli sforzi che fai per risparmiare in modo da avere un bilancio ragionevolmente presentabile.
Ma l’anno prossimo, per favore, non risparmiare proprio sulla prevenzione delle zanzare / dezanzarizzazione / chissàcomesichiama.

Grazie, baci
Cru

zanzara

(*) a me sta simpatico, non cominciamo.

Momenti di una vita buffa.

Nel buio freddo delle dieci di sera, un britannico pallido e smunto chiede indicazioni stradali a una milanese appena emersa dalla metropolitana, con calze rosse e berretto da babbo natale.

Tutto normale, it’s a Pink life.

Letture metropolitane

Adoro questa stagione: la stagione dei racconti da leggere in metropolitana.
Quando il juke-box di Subway si riempre di libriccini io sono tutta contenta, al punto da voler condividere la mia gioia con tutti voi sfortunati che avete le automobili o che vi spostate con i mezzi di superficie o che state in una città senza Subway.

I racconti di quest’anno (e di tutti gli anni passati) si trovano qui.

Enjoy.

Spadroneggiare

E’ agosto, e sono sola.

Tutti gli altri abitanti del palazzo sono andati in vacanza, ed io spadroneggio, sovrana del castello.

Apro il portone al postino, ai corrieri e alla signora delle pulizie.
Scendo a buttare la spazzatura cantando sgangheratamente vecchie canzoni di Peter Frampton (ché sulle scale l’acustica è migliore).
Non devo più sopportare il rumoroso condizionatore e le rumorosissime urla dei vicini di casa.
Quando ho caldo, posso aprire la porta d’ingresso perché faccia corrente con la finestra spalancata.
Quando ho la spesa da portare su, l’ascensore è sempre libero.
Posso ascoltare musica a qualsiasi ora e a qualsiasi volume.

E quando esco, Milano è bellissima: è tutta mia. Tranquilla, piena di sole, da gustare a piedi, con un gelato in mano e un libro in borsa, per quando si incontra una panchina all’ombra.

Siete proprio sicuri, voi vacanzieri, di voler tornare?

Happy Hour

I piccioni milanesi non sanno cosa farsene dei vostri chicchi di mais. Ma per chi li avete presi?

Loro sono piccioni fighi, cosmopoliti, à la page.

Come tutti i milanesi fighetti, loro, a quest’ora, scendono al bar per l’happy hour, e mentre aspettano i loro martini margarita mojito, mangiucchiano con calma qualche patatina.

Quasi quasi scendo con un Martini a fare due chiacchiere.

Andando al seggio

Lei è la tipica portinaia da palazzo della vecchia Milano, bassa e grassottella, con il grembiule a fiori e la scopa di saggina, e sta spazzando energicamente il marciapiedi davanti al portone.

Lui è veramente un bel ragazzo, alto, biondo e con barbetta, bei vestiti ed evidentemente lavoratore, perché quando passa lì davanti la portinaia lo apostrofa “Allora, finita per oggi la mezza giornata?”

Lui risponde con una bellissima voce profonda (whoa, è proprio un fiquo questo ragazzo, e come mai non l’avevo mai incrociato prima?) “No, oggi la mezza giornata la faccio pomeridiana, adesso vado a votare”, e la portinaia “Ecco, bravo, bravo, devono andarci tutti!”

Così sono arrivata al seggio allegra e innamorata della mia città, delle sue portinaie simpatiche e di tutti i suoi abitanti.

E faccio notare che quelli veramente fiqui a votare ci vanno.

You’re the real niggers

Oggi pomeriggio ho fatto una bella passeggiata per il centro di Milano, e mi sono veramente avvilita. Avvilita e anche parecchio offesa.

Perché chiunque cerchi di guadagnare voti affiggendo cartelloni come questo

mi sta dicendo: “Tu, Milanese, sei una razzista inospitale egoista, e quindi voterai per noi, che invece di accogliere ed aiutare facciamo i pogrom, gli sgomberi, buttiamo la gente in strada, cacciamo i bambini dalle scuole; che invece di rispettare la libertà religiosa di tutti vogliamo fare i fondamentalisti cattolici a casa tua”.

A questi signori, così profondamente diversi dai Milanesi veri, che sono persone ospitali, riservate ma generose, gentili e tolleranti, vorrei ricordare che

“I nomadi qualche volta rubano, ma molto meno dei domiciliati a Montecarlo” (S. Benni).

E con molto piacere dedico loro questa canzone, della quale li invito a studiarsi il testo.

YOU’RE THE REAL NIGGERS!